Vita controcorrente di Cristina di Belgioioso
di Pier Luigi Vercesi
Neri Pozza, 2021
303 pagine
Categoria: Milano-Venezia
- Eleganza
- Coraggio / Controcorrente
- Ideali
Proseguì per la sua strada, altera e sprezzante, fomentando così ulteriori asti e sciogliendo le briglie alle ricostruzioni da feuilleton. In quel groviglio di vipere e di eroi che fu il Risorgimento italiano, di aspirazioni liberali ma solo per gli uomini, era congeniale alla narrazione dei posteri che il ruolo femminile non si discostasse dell’alcova e dalla dipendenza maschile.
«Il grande agitatore politico o sociale è molto spesso un uccello dall’insolito piumaggio, tutte le penne del quale, anche le più strane, hanno un ruolo da svolgere nel volo».
Henry James
«Vogliano le donne felici e onorate dei tempi a venire rivolgere il pensiero ai dolori e alle umiliazioni delle donne che le precedettero, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro aprirono e prepararono la via alla mai goduta, forse appena sognata felicità».
Cristina Trivulzio di Belgioioso
Troppo moderata per alcuni, troppo radicale per altri, per tutti una donna fuori dagli schemi imposti, sia nel bene che nel male: Cristina Trivulzio di Belgioioso fu una donna di carisma, scomoda, che lasciò il segno, anticipartice dei tempi, “La prima donna d’Italia” e proprio perché donna dimenticata.
La città di Milano recupera questa mancanza storica, questa rimozione di un personaggio fondamentale per la creazione dell’Italia (se fosse stata uomo piazze e vie porterebbero il suo nome) dedicando a Cristina Trivulzio di Belgioioso la prima statuta cittadina al femminile.
In effetti Cristina ha sempre fatto di testa sua, non ha mai ceduto o accantonato i suoi ideali. Le cose che ha fatto sono moltissime, quindi ne faccio un elenco stringato:
- a sedici anni sfida la famiglia, rifiuta il matrimonio scelto per lei e sposa Emilio Barbiano di Belgioioso – scandalo
- abbandona Emilio Barbiano di Belgioioso non sopportandone e non accettandone l’infedeltà – doppio scandalo
- lotta contro la dominazione austriaca in Lombardia e soprattutto nella sua Milano
- si trasferisce a Parigi dove diviene riferimento per gli esuli italiani
- finanzia e sostiene materialmente e idealmente imprese patriottiche
- il suo salotto diventa centro della vita culturale parigina
Pensate sia abbastanza? Questo è solo il principio. Quindi, ancora:
- fonda giornali e collabora con prestigiose pubblicazioni
- si batte per le condizioni di vita dei più poveri
- riorganizza i suoi possedimenti italiani e apre scuole per i figli dei contadini
- a Milano a ridosso delle cinque giornate si presenta con un contingente di volontari napoletani
- è a Roma durante gli scontri, ci resta fino all’ultimo secondo possibile e organizza un efficace, efficiente, all’avanguardia sistema di ospedali da campo nella Repubblica Romana
- viaggia fino a Gerusalemme, a cavallo
- in Anatolia crea una fattoria fondata su princìpi socialisti
- sopravvive a un attentato, medicandosi da sola.
Immaginate cosa tutto questo comporta. Gli austriaci la vedono come fumo negli occhi, le donne la invidiano e la demonizzano, la nobiltà insorge contro di lei, i patrioti vorrebbero che scucisse il denaro senza esprime opinioni politiche, Alessandro Manzoni la condanna, le voci e le calunnie non si contano, così come non si contano gli approfittatori.
Innumerevoli sono i nemici, ma molti di più sono gli ammiratori, alcuni palesi altri invece ne subiscono il fascino senza poterlo dire apertamente. Bellissima, di un pallore lunare scosso da occhi dall’intensità inaudita e vibrante; elegante, acuta e brillante, molti uomini celebri si innamorano di lei e molti altri partono prevenuti nei suoi confronti (le voci girano, anzi vorticano) per poi ammirarla e stimarla dopo averla conosciuta.
Tutto questo e molto altro ancora è stata Cristina Trivulzio di Belgioioso, ed è ora che le vegano riconosciuti i meriti e il posto nella storia che le spetta di diritto. Leggete la sua biografia e se siete a Milano passate a vederne la statua, negli occhi vi apparirà la città magmatica, in ebollizione e affasciante di fine Ottocento.
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