Tokyo Express

di Matsumoto Seichō
Adelphi, 2018
175 pagine
Categoria: Milano – Venezia


  • Quattro minuti
  • Treni
  • Indagini

Mihara ebbe l’impressione di scorgere, in mezzo a una fitta nebbia, una luce fioca che gli permetteva di distinguere i contorni di ciò che aveva davanti a sé, e trattenne il respiro.


Una cosa è certa: ambientato in Italia questo libro sarebbe terminato a pagina 2. Il ritardo di 5 minuti canonico, quello che da noi non viene nemmeno considerato ritardo, nemmeno annunciato, farebbe saltare il banco: coincidenza persa, ciao è stato bello, ci vediamo al prossimo giallo.

Però Tokyo Express non è ambientato in Italia ma, pensa un po’, in Giappone, ed ecco che la famigerata puntualità della rete ferroviaria nipponica diventa perno di un’indagine di polizia.
Arrivi, partenze, tratte, orari, coincidenze, stazioni di città e di periferia sono il cuore della storia.

Adelphi presenta Matsumoto come “il Simenon giapponese” e non posso che dirmi d’accordo. Niente scientifica e sirene spiegate, e nemmeno molta tecnologia: il romanzo è stato scritto nel 1958 e i protagonisti sono l’intuito e la perseveranza di due agenti di polizia.

Una trama lineare, nulla di sfavillante e sconvolgente e per questo, nella sua perfetta e ben oliata meccanica, ritroviamo il gusto del classico, il sapore di quel funzionamento che non delude e non annoia, come sempre quando si legge Meigret, Poirot o Miss Marple.

Due giovani vengono trovati morti su una lastra di pietra scura in una spiaggia nel sud del Giappone, li hanno visti vivi per l’ultima volta qualche giorno prima, in stazione a Tokyo mentre salivano sull’Asakaze, il treno diretto ad Hakata.

Potrei dire tanto altro sulla trama ma non lo farò: fidatevi, se cercate un giallo in vecchio stile, ottimamente scritto, che vi porti in atmosfere lontane, in una società completamente diversa dalla nostra (per tempo e cultura) Tokyo Express è quello che fa per voi. Se invece non state cercando nulla di tutto questo, fidatevi lo stesso, anche io non lo stavo cercando quando ho iniziato a leggerlo e ho letteralmente divorato 170 pagine.

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