Gli aghi d’oro

di Michael McDowell
Neri Pozza, 2024
553 pagine
Categoria: Udine-Bari


  • Doppio mondo
  • Famiglie
  • Società e vendetta

Nel gruppo scoppiò un battibecco stridulo per stabilire se a una di loro, una ragazzina che teneva in braccio un infante tisico, bisognasse concedere un tempo più lungo sulla grata, ma prima di raggiungere una conclusione la contesa fu interrotta dal rintocco improvviso di tutte le campane della città.
L’Anno di Grazia 1881 era appena diventato l’Anno di Grazia 1882.


Non si giudica un libro dalla copertina. Sbagli, nel caso di McDowell sbagli, perché l’edizione Neri Pozza di Gli aghi d’oro (così come per la saga Blackwater) è uno spettacolo e trasmette perfettamente lo spirito del libro. I fatti che avvengono e i luoghi del romanzo sono i protagonisti della copertina: davvero metà del godimento sta nell’edizione.

Veniamo alla storia.
Lo stile narrativo di McDowell è facile e efficace, le pagine ti scivolano tra le dita, sotto gli occhi scorrono leggere le scene, non per questo meno cruente, nette o strutturate.

Con Gli aghi d’oro ci troviamo a vivere nella New York degli anni ’80 dell’Ottocento, una città con una doppia natura: pregiati quartieri abitati dalla società più ricca e in vista dell’epoca distano solo poche vie dai quartieri della povertà assoluta, della violenza, della morte come compagna quotidiana.

In questi due mondi vivono le due famiglie protagoniste del romanzo: quella dello spietato giudice James Stallworth con base nella lussuosa dimora in Granercy Park e quella di Black Lena Shanks, matriarca di un clan di donne votate alla criminalità nel cuore del Triangolo Nero.

La New York “bene” lancia una crociata contro la New York “deviata”.
Pizzi e merletti VS ricettatori e bordelli.
Aule di tribunale e canoniche VS fumerie d’oppio e bettole.

La crudeltà si scontra con la furia vendicativa, l’alta società con i bassi fondi, l’apparenza con la sostanza in un continuo duello in cui l’unica cosa che viene esclusa è la pietà, sia da una parte che dall’altra. E nonostante tutto questo, è inevitabile scegliere da che parte stare.

I due veri contendenti sono due società più che le due famiglie, i due veri protagonisti sono New York e la natura umana più che James Stallworth e Lena Shanks.

Tre motivi per leggere questo libro:
1. La copertina;
2. La storia: avvincente, anche un po’ zarra, che è effettivamente ciò che promette di essere;
3. 553 pagine: tante ma fisicamente LEGGERE, il libro può stare in una tasca capiente, vuoi mettere che goduria?

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