La famiglia Karnowski

di I.J. Singer
Adelphi, 2013
498 pagine
Categoria: Venezia-Napoli


  • Generazioni
  • Scontri
  • Cultura

I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore, ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l’intelligenza penetrante.

«I padri non sono mai stati contenti dei propri figli,» dice «non sono certo un bambino, rabbi Karnowski, e mi ricordo che mio padre, riposi in pace, diceva di me che ero un ragazzo irrispettoso, mentre lui quando aveva la mia età era buono e bravo. Che volete di più, perfino il profeta Isaia già se ne lamentava: ho cresciuto dei figli e hanno peccato contro di me… ».


Tre uomini, tre famiglie, tre generazioni, tre paesi diversi. La famiglia Karnowski attraversa decenni turbolenti e devastanti, dove germina il mondo moderno, la contemporaneità. Con i Karnowski e tre diverse comunità ci addentriamo nella storicità, nella bellezza, nella rigidità di una cultura profonda secoli, quella ebraica.
Parliamoci chiaro: sembra banale invece è magistrale.
A chiunque mi abbia detto: «Bellissimo! Un capolavoro!» non posso che replicare: «Avete ragione.»

La trama non è sconvolgente, anzi: i protagonisti sono i componenti maschi della famiglia Karnowski, tre generazioni di uomini che si scontrano con i propri padri e si confrontano con società e tempi diversi, tra successi e grandi delusioni.

La trama non è rivoluzionaria ma il romanzo è prepotentemente bello e immersivo. Siamo polacchi a fine Ottocento, siamo tedeschi nei primi trent’anni del Novecento e americani negli anni Quaranta.
Ci spostiamo dalla Polonia alla Germania per trovare una maggiore cultura, una visione più ampia, più “illuminata”. In Germania ci innamoriamo, studiamo, serviamo la patria e ci affermiamo. In Germania la crudeltà umana e della storia ci piomba addosso inaspettatamente e da essa fuggiamo. Fuggiamo verso un mondo nuovo, verso l’America, in cerca di nuovi spazi, stimoli, possibilità. Salvezza.

Nessun cambiamento avviene senza traumi.

Tutti i rapporti tra i padri e i figli sono complessi; aspettative e prospettive si scontrano con l’autodeterminazione di quelli che sono i nostri figli ma al contempo sono singoli, nuovi individui. L’impatto è forte.

Singer è abilissimo a tessere e tendere i fili della storia e ad indagare l’animo umano facendone emergere luci e ombre; il libro è un quadro in cui i protagonisti si muovono tra comunità ebraica e società cittadina con grande disinvoltura.

Singer racconta le vicende di una famiglia ma in realtà narra una storia universale.

Un commento

  1. Marta Marta ha detto:

    Sono rimasta particolarmente colpita da questo grandissimo romanzo, la bellezza di questo libro scritto nel ’43 poco tempo dopo che Singer morisse, mette in evidenza certe contraddizioni culturali, una storia di integrazione non riuscita e di antisemitismo. La storia di una famiglia di 3 generazioni di figli con ritratti di donna molto belli e molto marcati.
    Tragedia e impossibilità degli ebrei di essere comunque come gli altri.. il personaggio di Jegor lo descrive appieno.
    Notevole scelta da parte della curatrice del blog e invito alla lettura.

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